Novantanovesima puntata 25/09/2011
Habemus Stelvium. Nel giorno della solenne annunciazione si conosce un nuovo ciclista esplosivo.
Accade spesso dopo l’equinozio
che dei ciclisti erranti nessun dorma
e pure chi s’è dato al cibo e all’ozio
or ricompaia in eccellente forma
ad espletare un facile negozio
senza esular dalla prescritta norma.
Atteggiamento degno assai di lode
ma non c’è sugo se nessun esplode.
Dirà qualcun: “Ma vedo Pelagotti
tornato a rivestir gli obesi panni
di quelli destinati a finir cotti.”
Ebbene, già preveda che s’inganni
perché si sta allenando giorni e notti
per ritornar indietro d’undici anni
eroe di Stelvio dalle nivee rocce
con le scarpe legate con lo scocce.
Caparrin dallo Stelvio è già distratto.
“Anche se mancano ben otto mesi
il Giro” annunzia “è bell’e noto e fatto.”
Gli orecchi degli astanti son protesi
e ognuno cerca in gruppo il suo contatto
per saper quali colli son attesi.
“A Castagno Val d’Elsa dentro il barre
potrete già versare le caparre.”
Il Giro non lo sa nemmeno Vegni
e lui già dice: “Il venticinque maggio
mi raccomando non prendete impegni.”
Continua intanto il trepido arrembaggio
alla sua bici per avere segni
e del programma almen un primo assaggio.
“Se non vi basterà lo Stelvio solo”
prosegue “vi ci metto un Mortirolo,
un Mortirolo da un versante nuovo.”
E Caparrin con questo cala l’asso.
“Scrivete pure: Mortirol da Tovo.”
E il gruppo alla notizia cala il passo
a quello della chioccia che fa l’ovo
o di chi porta carrozzine a spasso.
Ma quando questa indiscrezion arriva
parte pure la fuga decisiva.
Un passo indietro allora è necessario
prima di raccontar l’amena scena.
S’è detto che per tema di calvario
ognun in bici ormai troppo s’allena,
allora Nucci s’offre volontario
per carpir gente nova che fa pena,
meglio se son ciclisti temerari
che della loro pena son ignari.
Son ciclisti nell’orbe ormai famosi
Mirmina e Muritano ai primi istinti
lusingati da Nucci e quindi esplosi.
Assenti loro e assente pur Maltinti,
Nucci ha trovato tra i volenterosi
il social Nonni in abiti distinti
che è nuovo ma ha l’età del suo cognome
e in bici ha velleità per nulla dome.
Nucci in tal senso non ha perso il vizio
e vuol condurre l’ubbidiente Nonni
verso l’altare d’un sicuro esizio.
Il gruppo ancor convien che si disonni
ed egli aspetta il tempo più propizio
per trascinarlo in rete come i tonni.
Fra Nucci e Nonni sboccia un vero amore
e fuggon tutti e due dietro a un trattore.
L’adepto si dimostra assai tenace
ed almeno in pianura sa vantarsi,
poi già sul blando Gelli sbuffa e giace.
Nucci l’ha scelto apposta tra i più scarsi
che però non accettano la pace
e alla fine son degni d’immolarsi.
Nucci lo vuol portar fino a Certaldo
pria che a Boldrini torni il sangue caldo.
Il transgenico infatti è mansueto
insieme a Caparrin che piano piano
va svelando del Giro ogni segreto.
“Un albergo precetterò a Tirano.”
Ma Boldrin non ascolta e pare inquieto
all’appressarsi del San Gimignano,
e mirando un ploton d’eterodossi
va come i tori contro i drappi rossi.
Ma tanta foga qui ben poco vale
giacché il fuggiasco Nonni invoca resa
quando la strada lentamente sale.
A massaia con borsa della spesa
somiglia il suo vigore di pedale,
anche se a dire il vero poi in discesa
Nonni è più forte, ha stile in bicicletta
e se gli altri si ferman non aspetta.
Con Nucci in testa allora si presume
che si riformi l’amorosa coppia
con Tempestin che tira e regge il lume.
Nonni ha lo sguardo inane di chi s’oppia,
affronta molte rampe col suo nume
ma al bivio dei Cornocchi ancor non scoppia.
In salita si stacca e caracolla
ma in discesa rinnova il tira e molla.
In questa storia d’amorose gesta
non ci scordiam di Pelagotti il pingue
che adeso a Caparrin indenne resta
in un gruppetto lento e multilingue.
Con Rinaldi e Cocchetti a fargli festa
Pelagotti in salita si distingue.
Intendiamoci: questa è una salita
che non appena s’erge è già finita,
però fiducia nei suoi mezzi infonde,
in lui che normalmente come gli orsi
quando l’inverno arriva si nasconde.
Caparrini però non vuol discorsi.
Al Giro non s’andrà sotto le fronde
e chi vuol posto deve già proporsi.
Sullo Stelvio sarebbe dura lotta
fra Pelagotti e Nonni per la botta.