Ottantaseiesima puntata 12/09/2010
Cicli stagionali Settembre è il mese buono per la principale ambizione degli Empolitour: staccare Boldrini.
“Prima di pedalar convien che parli”
inizia Caparrin con note serie
“per liberarmi subito dai tarli.
Da quando son tornato dalle ferie,
o non son più capace di contarli,
o di ciclisti tanta è la congerie
che mentre il gruppo informe s’affaccenda
molti di lor s’ignorano a vicenda.”
In effetti Via Baccio è una babele
di razze, biciclette, vesti e lingue,
molti ortodossi e in più qualche infedele
che per la maglia incongrua si distingue.
Pronti son tutti per alzarle vele,
e ogni minuto sembra esser più pingue
il gruppo innumerabil per davvero
anche dal puntiglioso suo nocchiero.
“O frati!” S’ode allor nuova favella.
“E tu supremo duca, se permetti.
Io qui convenni dietro un’aurea stella.
Podista fui, mi chiamo Menichetti.
Qui venni a pedalar a chetichella,
or chiederei però che mi s’aspetti.
Non sembri la richiesta inver bislacca
perché mi scappa rapida la cacca.”
“Anch’io richiedo” dice Lisi “attesa,
a questo gruppo tanto folto e vario
che già molto m’attende in ogni ascesa.
Ma ho palese devianza di vestiario
da negligenza o distrazion dipesa:
mi son messo i calzoni all’incontrario.”
Tal casi non accadon molto spesso,
e anch’egli ebbe bisogno d’un recesso.
Quando i calzon di tutti furon pronti,
Caparrin dette il via per la Valdera
rinunciando ben presto a fare i conti.
Non saprete perciò giammai chi c’era
se non chiedete i nomi ad altre fonti,
ma la storia si narra veritiera,
e si scopre tra i tanti pellegrini
che è tornato il transgenico Boldrini.
Gli ignoti subito prendon la mira
e s’ode infatti voce che sghignazza:
“Chi gli è costui che a chiorba bassa tira?”
Boldrini tira e il gruppo tosto impazza.
Qualcuno contrariato un po’ sospira
ma il ritardo si colma e si rimpiazza,
anche perché sui pochi ponti e dossi
tirano i colli pur gli eterodossi.
Due di lor che hanno il marchio d’Ontraino
mostrano chiari indizi d’alta foga,
mentre il ploton diventa spezzatino,
poiché Rinaldi il titolo s’arroga
di tiratore a guisa di cecchino
e con Boldrin nell’impeto s’aggioga.
Sappiamo come il forcing di Rinaldi
l’animo e il corpo dei ciclisti scaldi.
Un tizio capitato nel plotone,
per il troppo calor getta il giornale
che s’era messo in pancia a protezione,
e la Bertelli, pria lo guarda male,
poi gli riserva un mite cazziatone:
“Offendo lui se chiamo te maiale
che come te, parrebbe, si costuma
ma i suoi rifiuti almeno li consuma.”
L’inquinator sparisce e non raccatta,
mentre nei tirator dopo l’impulso
vige un raro sentor di calma piatta.
Dopo l’eterodosso che s’è espulso
il gruppo placido si ricompatta
e pur Boldrin dai giochi sembra avulso.
Ma dalla tregua si nasconde dietro
il noto trampolin di Santo Pietro.
Quel che non può Boldrini, può la rampa
che non è certo nota per l’asprezza
ma l’unità del gruppo qui non scampa.
In due tronconi solidi si spezza:
quello anterior dove il sudor avvampa
e il posterior votato alla lentezza:
eterodossi o Empolitour in testa,
tutti a Boldrini voglion far la festa.
A Peccioli l’arrivo c’è di tappa,
con Boldrini che tira a chiorba lasca
e a Menichetti forse gli riscappa
perché prima rallenta e poi s’infrasca.
Gli altri scrutan Boldrin come una mappa
pria d’esibir la mossa che hanno in tasca,
ovvero stargli strettamente a ruota,
poi sorpassarlo almeno d’una piota.
Ma il transgenico già a metà salita
ansima molto, tituba e s’atteggia
come se la tenzon fosse finita.
“Andate pure!” Egli ansima e motteggia,
e con bugiarda noncuranza invita
al vil sorpasso dell’intera greggia.
Quando non ce la fa Boldrin fa finta
ai contendenti di lasciarla vinta.
Ma stavolta il sorpasso è inver massivo:
Nucci, Chiarugi e gli Ontraini in coppia,
Ramerin, Giunti e Barni redivivo.
Sembrano i versi di qualcun che s’oppia
e invece sono sobrio mentre scrivo:
sette che anticipan Boldrin che scoppia,
o forse nell’arrivo concitato
qualcun altro mi son pure scordato.
Alla Bertelli che scorciò il percorso
e a chi con Caparrin scelse soggiorno
rimase un insanabile rimorso.
È un’occasion che non farà ritorno:
pur se in letargo ci sembrava l’orso
grande è soddisfazion di dargli scorno.
È l’ambizion d’ogni persona colta
staccar Boldrin almen per una volta.