Ottantacinquesima puntata 01/08/2010

Un disperso e un esploso: l'inatteso bilancio del grande esodo.

 

 

Agosto andiamo, è tempo di migrare.

Ora in tetre rimesse i miei ciclisti

lascian le bici e vanno verso il mare.

Ma prima che ciascun le ferie acquisti,

c’è un rilassante giro da sbrigare

che non dovrebbe includere imprevisti.

Quando s’appressan le vacanze estive

in genere puntata non si scrive,

 

ma la musa che vigila, stavolta

ha captato al raduno di partenza

qualche sentor d’interessante svolta.

Contava Caparrin parecchia assenza,

ma la materia prima lì raccolta

prometteva agguerrita concorrenza

tra stanchi reduci del Tour de France

e reduci del mar con lonze e pance.

 

Tempestin, per esempio, fa il gradasso

perché pedala lieto ed abbronzato

dopo soggiorno ludico all’ingrasso.

“Il Tourmalet” dice “non ho scalato,

però con l’acquascooter ero un asso

e con pattino e pedalò temprato.

Ora di certo non farò una pecca

coi banali Pontito e Calamecca.”

 

Mentre racconta a tutti le sue gesta,

piomba da retro con impulso e brio

uno con occhial truci e calva testa.

“Non mi riconoscete? Son lo Zio,”

dice l’omino rivestito a festa,

“tornato in gruppo dopo lungo oblio.”

Ma lì per lì nessuno si scompone

e lo degna di minima attenzione.

 

Chiarugi, Alotto, Giunti e la Bertelli,

paghi degli assolati Pirenei,

or vanno al passo dei garruli augelli.

Caparrin dice a tutti: “Cari miei,

gustiamo l’ombra sulle nostre pelli

per conquistar la pace degli dei,

fra Stiappa, Lanciole e più strani nomi

di paesi che sembran degli gnomi.”

 

“Se salita si chiama è poco dura.”

Effe Bagnoli trepida e riflette.

“E la botta pur oggi si scongiura.”

Poi sulle prime rampe fresche e strette

va la Bertelli in fuga addirittura,

ma dopo meno di due miglia smette

perché raggiunge altra gentil donzella

e con curiosi intenti la interpella.

 

In questo sfoggio di lentezza spicca

il baldo Ramerini coi mustacchi

che pregusta occasion unica e ricca.

“Questi mi sembrano dimolto fiacchi.”

Pensa osservando l’amichevol cricca.

“Qui si convien che subito li stacchi.”

Allor s’aggancia a ruota di Chiarugi

che, come rima vuol, rompe gli indugi.

 

Di lor presto si perde ogni notizia,

mentre il ploton presidenzial avanza

con compattezza insolita e letizia.

Pur Tempestin rinnova la baldanza.

“Come vedete è stata redditizia”

dice “la mia giochevole vacanza,

allenandomi mica sui pedali

ma con le pinne, il fucile e gli occhiali.”

 

A Calamecca infatti il villeggiante

arriva con salita che non costa

e col sollievo di frondose piante.

E in tal frangente a Tempestin non osta

la zavorra di lonza straripante

a cui dà posa con la dolce sosta.

Qui dentro il borgo piccolo e silvano

Chiarugi e Ramerin cercano invano.

 

“Se Ramerin rimane solo è perso.”

È il sol pensier che Caparrin ricava.

Più tardi scopre il lor destin diverso:

rei d’una fretta disattenta e prava

li ritrovano sotto il cielo terso

seduti ad aspettar chi li aspettava.

Ramerini si pente: “Ora vi seguo,

e mai più fuor dal gruppo mi dileguo.”

 

Presto detto l’intento del baffuto

non prevede la foga di discesa

che lo riperde già dopo un minuto.

Di staccar la Bertelli ha la pretesa,

così sfrecciando a un bivio convenuto

tira dritto a Pistoia senza intesa.

Zio che gli lancia voci ammonitrici

è quindi l’ultimo a vederlo in bici.

 

“Speriamo che il destin non gli sia ostile

e riesca a scansare l’autostrada

dove sennò s’incaglia in code e file.”

Caparrin questo dice e dopo bada

a riportar le pecore all’ovile

pria che l’ardor di Tempestini scada.

Infatti il pingue reduce di Puglia

ora appare silente oppur farfuglia.

 

Dopo cento chilometri sol manca

la salita frugal del Cerretino

ma Tempestin già dopo un metro arranca,

guarda l’inane ruota a capo chino

e la sua bronzea cute tosto sbianca,

rimpiangendo il canotto ed il pattino.

Con parola d’usanza ormai ridotta

insomma si può dir che fa la botta.

 

Così s’è visto quanto è duro calle

il giro che pareva generoso

di saluti e di pacche sulle spalle.

Ma la musa che adesso va a riposo

sarà clemente e si tratterrà dalle

facezie sul disperso e sull’esploso,

e tanto con la migrazion del gregge

nessun questa puntata forse legge.