Sessantaseiesima puntata 19/10/2008

Classica del Chianti senza classifiche ma con numerose classificazioni.

 

 

“Non villudete ch’io mi meravigli”

annuncia Caparrin alla sua greggia

“o che nell’aurea elencazion m’impigli.”

Lo dice e intanto enumera e conteggia

ciclisti appena sorti dai giacigli

in mezzo ai qual ben desto egli torreggia.

Per legge nella Classica del Chianti

li deve nominare tutti quanti.

 

Uno per un, da Pucci allor s’inizia.

Ma il problema non è la citazione,

pur nella vastità della milizia,

da Bertelli a Rinaldi alias Carlone.

Ciò che sfida a mostrar la sua perizia

è l’obbligo di classificazione:

il percorso d’ognun per quanto vario

merita la menzion sull’Annuario.

 

Ci vuol davvero un lessico da dotto

per ben catalogare i sottoinsiemi,

perché di quei ch’adesso son diciotto,

parecchi in barca tireranno i remi

in parecchie varianti di ridotto

che a conteggiarle si diventa scemi.

Ma Caparrin classifica e registra

ogni evasion da destra o da sinistra.

 

“Ridotto, ridottissimo oppur breve,

corto, scorciato, minimo o succinto,

dimidiato, incompleto oppure lieve.”

Caparrini non è molto convinto

d’aver tutta la truppa fino a Greve,

pertanto cerca il modo più distinto

per definir con arte e con sofismi

le numerose forme degli scismi.

 

Primo dilemma rapido e cogente,

vedendo tre Bagnoli sulle selle,

è se dei tre qualcuno è permanente.

Con Effe ed A c’è l’impensabil Elle

ed uno che si spaccia per parente

ma sprizza riduzione a fior di pelle.

E la legge gli insinua il primo tarlo:

non sa chi sia ma deve pur citarlo.

 

O che dire di Borchi che s’unisce

e poi va in pace pria di finir messa,

o quei sguscian fuori come bisce.

Qualsiasi scorciatoia par permessa,

e Caparrin nemmeno si stupisce

quando il solito Borchi gli confessa:

“Ci sono, o presidente, e non per scherzo,

pure Borchi secondo e Borchi terzo.”

 

In questo gruppo pieno di famiglie

c’è chi non vuol giocare con lo scacco

o andar nel Chianti a raccattar conchiglie.

Svetta infatti il robotico Trasacco

e il buon Salani che fa meraviglie

vestito ammodo e senza in groppa il sacco.

Senza Boldrin convien che pure svetti

il mite ma infiammabile Cocchetti.

 

Nel vuoto di potere pur i vecchi

Tempestini, Chiarugi e Muritano

non stanno nel ploton a portar secchi.

Ed a color che vogliono andar piano

Caparrin porge prediche ed orecchi,

cercando di tener tutti per mano.

Ma al limitar del Chianti ombroso e verde

un terzo del plotone già si perde.

 

“Ridotto, ridottissimo. E chi resta?”

Domanda Caparrin. “Chi sono i bari

che brilleranno di ridotte gesta?”

Non Bertelli, né Nucci e Traversari,

che sui percorsi mai fanno la cresta,

né Carlone Rinaldi cui tien testa,

noverato tra quelli ormai più seri,

pure l’enorme vigiile Barbieri.

 

Dell’antica ed insolita terzina

sol A Bagnol intrepido rimane,

mentr’Effe fugge corto con Mirmina

ed Elle non incorre in altre grane

quando a Panzan conclude lieve china.

E poi finiscon le presenze strane

con la retroversione dei tre Borchi

che lavano in famiglia i panni sporchi.

 

A Lucarelli guarda con sollievo

Caparrin il ploton d’integralisti.

“Classificar percorsi più non devo.”

Esclama. “Questi son veri ciclisti

che con cura paterna ognor allevo

producendo pur nuovi e ricchi acquisti.

Vi meritate o fidi miei compagni

tra poco una sontuosa sosta Pagni.”

 

Così con poco sforzo di pedale,

ma molto per la musa a trovar rima,

raggiungon l’incantevole crinale

che da Radda si smorza sulla cima

di Castellina dove vige e vale

che fame con panini si reprima.

Arrivano difatti al Bar Italia

che con grosse ciabatte ognun ammalia.

 

E qui le solite penose scene:

suole di pane e dischi di crostata

che dovrebber saziar per varie cene.

Caparrini con aria rilassata

capisce ch’è il momento in cui conviene

metter ordine in tutta la puntata,

e prova quindi tra pensieri e morsi

a riclassificar tutti i percorsi.

 

“Breve, ridotto e poi ridotto molto.”

E mentre pensa col panin tra i denti

l’impazienza fiorisce in qualche volto.

Chiarugi che oramai campa di stenti,

come un ladro va via senza maltolto

lasciando gli altri ai sani nutrimenti.

Chissà se allor sarà classificato

come percorso lungo accelerato.