Trentunesima puntata 16/10/2005

Una folla da record, puntuale ed inedita, ma il protagonista nel suo grosso è l’imprevedibile Boretti

 

“Non ho mai visto tanta gente all’otto”

diceva Caparrini sbigottito

infilandosi il destro manicotto.

“Finora v’era un uso mai sopito

d’arrivar tardi senza alcun rimbrotto

ed oggi l’ordin pare sovvertito:

Tempestini com’uno che delinque

ultimo arriva che son l’otto e cinque.

 

Partiam pria che qualcuno ci ripensi,

così vi guardo meglio e vi riconto

per dar credenza ai miei stupiti sensi.

Questo plotone vince ogni confronto:

il giro vale quindici consensi

e se qualcun lo scorcia non m’adonto,

perché su tre Bagnoli oggi in contesa

se ne può perder uno senza offesa.

 

Però, quanti bellissimi esemplari!

Ci son quelli normali e quelli strani.

Ci son quelli frequenti e quelli rari.

Quello con l’incerata, sì, è Salani,

quell’altro è addirittura Traversari

che mancava dai tempi di Pantani.

E antico come d’Inter gli scudetti,

ecco l’imprevedibile Boretti.

 

Cantami, o diva, di Boretti il fato

che mai lo vuol far pedalar felice.

Dopo otto mesi in bici era tornato

con la flemma che sempre gli s’addice,

ma un auto in terra l’ha scaraventato

e bici trita da un’escavatrice.

C’è chi si chiede ancor come si possa

salvare in quei frangenti tutte l’ossa.

 

E visto che tu sei tornato intero

e resti imprevedibil per concetto,

anche se già s’accenderebbe un cero

se tu compissi almeno un giro stretto,

perché non ci stupisci per davvero

e il giro porti a fin senza difetto?

Che fai Boretti dai perduti senni?

Lo vedo bene che tu già tentenni.

 

Boretti, non tener la testa china,

non esser al riduzionismo saldo.

Se vieni tu di certo vien Mirmina:

guarda il trinacrio lì com’è spavaldo.

La botta può risorger una e trina

se con Bagnol verrete a San Vivaldo.

E se ci fosse pure Pelagotti

certo sarebber d’artificio botti.

 

Boldrin, Chiarugi, Nucci, andate in fuga

a fomentare strepiti e scintille.

L’Empolitour è quella tartaruga

che giunge prima del veloce Achille,

bagna coi soli e con i fiumi asciuga,

e pesci e pan moltiplica per mille.

Nulla è impossibil se Boretti il bolso

scalò il Fossato con un solo polso.

 

Non ti crucciar Boretti sul pendio,

ripensa al giorno in cui lo Stelvio a mezzo

scalasti imbelle senza pagar fio.

In questa squadra dove, al sole o al rezzo,

va per ecceller uno come Zio,

ti dovresti sentir pregiato pezzo.

Guarda Mirmina, fa le botte e tace,

e poi ritorna sorridente in pace.

 

Guarda Salan, ciclista virginale,

pedala in quella turgida incerata

adatta ad un diluvio universale.

Eppur ondeggia, vira, sbaglia e guata

per essere con Zio d’ugual pedale;

eppur da solo il noto detto sfata

che i ciclisti si chiamano bubboni

se indossano zainetti o calzettoni.

 

E di Bagnol Filippo adesso taccio

che di calzini ostenta varie paia

che li coprono almen mezzo polpaccio.

Or non mi dir Boretti che il Palaia

ti fa sgorgar dagli occhi sudor ghiaccio.

Tu non temevi ripidezze o ghiaia,

eri capace senza allenamento

di sceglier rampe di ventun percento.

 

E pure guarda l’altro redivivo,

Traversar, che va su senza disagio

dopo esser stato dal ciclismo schivo

e aver temuto il rischio di contagio

d’un altro come te di senno privo

che nomano gli annal Centola Biagio,

l’interruptus di favole e leggende

che assalta le salite, scoppia e scende.

 

Poi guarda d’A.Bagnol la nobil epa

e con qual eleganza la dipinge.

Nel gruppo facilmente lui s’assiepa

e alla salita quando poi s’accinge

in volto per virtù non fa una crepa

e con bel portamento sbuffa e spinge.

Al Giro mai verrà, né al Tour di Francia

ma è il più forte ciclista con la pancia.

 

Boretti, allor ti giovan questi esempi?

Questi cento chilometri ti scoli

con l’incoscienza degli andati tempi?

E tun non lo traviar Elle Bagnoli,

non lo indurre, Mirmina, in giri scempi.

Vabbè, ho capito, è ben che mi consoli

con questi undici fidi integralisti

che sembrano al lavor veri ciclisti.

 

Addio! Ci separiamo a Montanelli.

Quando ci rivedrem dire non posso.

Resto con Giunti, Zio, Nucci, Bertelli

(che sfila oggi col cul eterodosso),

con Tempestin, Chiarugi e confratelli,

col solito Boldrin, l’unto molosso:

per voi che con costanza pedalate

restano forse ancor molte puntate.”