Ventottesima puntata 12/06/2005

Uno spettro s'aggira per l'Empolitour: l'anda-e-rianda

 

Dolce e decoro è valicar in bici

un passo posto in alto tra due valli

e poi girar intorno alle pendici

per scoprir nuovi boschi e nuovi calli,

salire fra salmastre tamerici

 e scender fra laburni a fiori gialli.

Tornar alla partenza molto aggrada

se non si solca mai la stessa strada.

 

Ma ci son quelli come la Bertelli

che per disinteresse od insipienza

non badan a cartine od a cartelli

e per tornar al punto di partenza,

quando s’allenan senza confratelli,

mettono in atto l’infallibil scienza

che la lor alta fantasia comanda

compiendo ignominioso anda-e-rianda.

 

Ah, quant’è duro solo pronunciare

un cotal esecrabile concetto

di giro retroverso o pendolare!

Che non è giro ma percorso inetto,

derogabil in occasioni rare

quando (con chiari termini sia detto)

la strada in cima al monte s’interpunge

o valica ma gira troppo a lunge.

 

L’anda-e-rianda è tollerato a stento

per Stelvio, Galibier, Bonette, Agnello

od Iseran: duemilasettecento

metri che valgon pure senza anello.

Per altre deroghe al regolamento

ci vuol speciale commission d’appello

che autorizzi con firme dei periti

a scendere da dove siam saliti.

 

L’Empolitour, con Caparrin in testa,

finora un bustrofedico percorso

considerava cosa assai molesta

e bocciava perciò senza ricorso

di Bertelli ogni impavida richiesta.

Perché la fata non mollava il morso

ed ogni tanto usciva con la fola

d’uno dei suoi tragitti fatti a spola.

 

Ella, si narra, come allenamento,

onde fuggire dalla tentazione

di far il cerchio invece del segmento,

ad ogni regolare postazione

abbandona per strada un indumento

così, poscia che ha tolto il pantalone,

ritorna indietro per le vie più leste

e miglio dopo miglio si riveste.

 

Lapidem cavat gutta, e il presidente

a forza di sentir questa blasfema

proposta, una cert’uggia in corpo sente.

Sente che sta cedendo e suda e trema,

ma alla fin con vertigine acconsente

a decision terribile ed estrema:

si va a scalar la piana di Pizzorna

e dalla stessa strada si ritorna.

 

Farnetica? È impazzizo e già delira?

No, sembra calmo, lucido e convinto.

Si va sulle Pizzorne e poi si gira.

A dirlo sembra proprio un verso finto,

e invece è vero, eppur nessun s’adira.

Il gruppo approva tacito e indistinto,

solo Chiarugi nota l’eresia

sul sacro dogma di topografia.

 

Bertelli esulta, Nucci tace e incassa,

Bagnolin non capisce, Zio nemmeno,

Giunti al voler del popolo s’abbassa:

l’anda-e-rianda vince senza freno.

Non ragioniam di lor, ma guarda e passa.

Piangon le rime sul percorso osceno.

Sol d’A.Bagnoli e Pelagotti scrivo

di giro onesto benché riduttivo:

 

fan sessanta chilometri in pianura

ma in un circuito come vuol la legge.

L’anima lor pertanto resta pura

nel corpo che salita ancor non regge,

ma vale più d’ogni salita dura

l’integrità moral fuori dal gregge.

I riduttor stavolta son d’esempio

al gruppo che della moral fa scempio.

 

Ma il giudice supremo che non erra,

non tarda a far sentir la sua presenza

già prima ch’essi posin piede a terra,

e senza attendere la gran sentenza

vede chi l’empietà nel cuore serra

e commina esemplare penitenza

a Bertel, l’ideologa del male,

e al duca esecutore materiale.

 

Infatti Caparrin, che menò vanto

d’essere diventato forte e alpestre

dopo aver distanziato e pur di tanto

Baricci e Tortellin sulle Finestre,

sulle Pizzorne torna al vecchio pianto

di scalatore bradipo e pedestre:

sull’altopiano giunge ultimo al cippo,

staccato pure da Bagnol Filippo.

 

Punizion corporale più dolente

la Bertelli riceve da Minosse.

Il danno la colpisce intimamente

dove di sella van tutte le scosse,

cosicché pedalando un dardo sente

che la ferisce nelle labbra grosse,

tanto per dir che mentre tira e pigia

ha male in quella ch’ella chiama gigia.

 

Saranno degne queste punizioni

che pungon forte nelle carni vive

per scongiurar cotali aberrazioni?

Mi sa che il malcostume sopravvive

quando s’insinua nelle tradizioni.

Mi sa che ci saranno recidive.

Intanto al Tour è già in programma un bel

anda-e-rianda verso Courchevel.