Centoquarantaduesima puntata 22/11/2015
Il primo freddo e gli ennesimi sbadigli protagonisti dell'inedita salita di
Poneta.
"Caldo ad ottobre, estate a San Martino:
le stagioni oramai son un intrigo,
s'usa sempre l'estivo completino.
Oggi però quest'aria sa di frigo
e il fiato sonnacchioso del mattino
s'addensa e fuma come prediligo."
Caparrin che col caldo suda a taniche
or finalmente indossa lunghe maniche.
"Però leggere." Subito precisa.
"E i pantalon mi scoprono i garretti:
ora la vestizion è già decisa,
non resta che aspettare i miei cadetti
ma nessun copierà la mia divisa,
son troppo freddolosi ed imperfetti."
Il gruppo infatti è variegato e scaltro
ed un non c'è vestito come un altro.
"È un freddo cane: questi sono i dati."
È Chiarugi che indossa invernal panni
mentre parecchi son vestiti a strati.
"L'atermico nocchiero non v'inganni
che suda quando tutti son gelati.
Chi vuol copiarlo rischia seri danni."
Eppure Pagni ch'emularlo deve
ha un abito che par dimolto lieve.
Nucci ha un nailino, Costoli un farsetto
come Scardigli e tanta normal gente
che addirittura, degli orpelli al netto,
pare vestita men del presidente,
tanto che in corsa viene anche il sospetto
che sia una sfida a chi men freddo sente.
Arriva infatti il debole Ceccanti
con cosce ignude, copriscarpe e guanti.
Caparrin come il ciel però è sereno:
"Non trascurate, orsù, la vera meta,
ché nulla vince chi si veste meno.
Inedita per l'opera è Poneta,
una salita che può dar veleno
a chi si veste in lana oppur in seta."
E nel frattempo Pagni si confessa:
"Sotto ho una camiciol di lana spessa."
Questa nuova Poneta non consola
però la triste musa che non vede
in gruppo qualcheduno che s'immola.
Il pingue Bartolini fra le prede
sarebbe quella che le fa più gola,
ma lui più per ardire che per fede
sul Gelli insegue Nozzoli l'invitto
con Costoli e Scardigli a capofitto.
"Non c'è più religion." Pensa la musa
ch'or mira anche Innocenti ed Ulivieri,
Tognetti e Ramerini alla rinfusa.
"I percorsi invernal sono leggeri,
nessuno dei bubbon osa od abusa
e restan sol quelli allenati e seri."
Affermazione subito tradotta:
"Nessun di questi qui farà la botta."
Il folto gruppo par che si rassegni
a un degno giro a pacche sulle spalle,
al passo medio di chi intaglia legni.
Il sole si riflette nella valle
che di pioggia notturna porta i segni,
ma prima che cominci il duro calle
Tempestini si stacca e resta solo
pisciando su un privato muricciolo.
Si spera che ogni velleità sopita
sia risvegliata per il ben dei versi
a Zambra alla vision della salita.
Per i lenti c'è sol da mantenersi
all'ombra della schiena preferita
di Caparrin che ha moti controversi:
ondeggia, sbuffa, pencola ed arranca
ma la sua ruota è una sicura banca.
Nozzol però non è così paterno
e stacca tutti con virtù irrisoria
anche col campionario autunno-inverno.
Ogni domenica è la stessa storia,
quando c'è lui segnato sul quaderno
per il secondo posto ci si gloria,
e qui è Tempesta dopo la minzione
a conquistar l'ambita posizione.
Si spera allora che la sosta Pagni,
con l'eponimo arconte che presidia,
qualche movente lirico guadagni.
In un barretto che nessun c'invidia
di Barberino, inver molti compagni
sono pervasi da profonda accidia:
a solatio meriggian sulla strada
aspettando che qualche evento accada.
Hanno letto che Pagni si denuda
le membra al sol seduto come un'erma
con pasta che di crema assai trasuda.
Ma la leggenda poco si conferma
e Pagni che ha una fame cieca e cruda
sbocconcella brioscia assai rafferma
e così messo senza alcun accolito
fa durare la sosta men del solito.
Ogni luogo comune oggi si sfata:
al ritorno nessun s'affretta o pigia
e Caparrin governa la parata.
Da Romita prosegue la franchigia.
Mai si vide in finale di puntata
tanta gente compatta, calma e ligia.
Per i ciclisti pure questa è gioia
però chi legge prima o poi s'annoia.
La musa che finora sbadigliava
guardando il gruppo dei festosi augelli,
s'accorge che le avanza un'altra ottava.
Fra questi eroi poco giovani e belli
un'eroina forse le mancava
e si ricorda allor della Bertelli
che quando vincerà in un altra gara
tornerà a bubbolar sempre più cara.