Centoquarantunesima puntata 11/10/2015

Sosta lunga e pedalare. Nella classica del Chianti torna il ciclismo a misura d'Empolitour.

 

"Non sia mai detto che qualcuno giunga

con intenzion scorciante ed anodina.

Chiari sian patti ed amicizia lunga:

chi non arriva fino a Castellina

convien che dalle citazion s'espunga."

È il duca Caparrin che ognor s'ostina

a cazziar riduttori e figuranti

nella nobile classica del Chianti.

 

Sarà pur l'aria fresca a sole mista,

o saranno i rigor di questi appelli,

ma il gruppo sembra molto integralista.

Non sol Chiarugi, Nucci e la Bertelli:

ricresce ogni chilometro la lista

di quei ch'esser non vogliono ribelli.

E l'unico di quelli eterodossi

ha la bici arancion, è Lanerossi.

 

Tutti gli altri son vecchi o seminuovi:

Salani, Menichetti, Traversari,

Pisaturo, I Scardigli e Corsinovi.

Con Nucci Ri e Maltana siamo pari.

Marconcin e Innocenti poi ci trovi,

e simbol d'incolmabili divari,

di qua c'è il pio Buglione con Mancini,

di là l'invitto Nozzol con Boldrini.

 

"Voi quattro anonimi riduttor vili

sarete dunque esclusi dalle conte."

Ed usa Caparrin toni gentili.

"Le bici e le intenzioni siano pronte,

riduci pure tu che guardi e sili?"

"Giammai riduco perché son l'arconte."

Fu del vecchio ciclista la risposta.

"Son Pagni fondatore della sosta.

 

Pedalo poco a passi lenti e stracchi,

su qualsiasi salita blanda o dura

da questi atleti subirò distacchi,

ma la nobil mia tempra v'assicura

che non son qui per sgranocchiar pistacchi

ma per sostar alla maniera pura:

crema solare e membra denudate

con lunghe ed imbandite tavolate."

 

Nozzoli con Boldrini si consulta:

"A Castellin senza sostar si scende,

anche se Caparrini poi ci multa."

Infatti anche il compagno di merende

all'idea di tal sosta non esulta.

Però chi vuol staccarlo non s'arrende

e già sull'iniziale Chiesanuova

Chiarugi con caparbietà ci prova.

 

Staccar Boldrini è il tema d'ogni mese,

ma lui con un drappello di fogati

fino a Panzano fugge senza attese.

E tutti gli altri gliene sono grati:

non hanno più doveri né pretese

e vanno al passo degli oranti frati.

Si rivede al mercato sazio e gaio:

"Già mangiai da Cecchini il macellaio.

 

Caffé nel vetro con bistecca cruda,"

il transgenico afferma con fierezza

"chi vuol staccarmi a Radda or molto suda."

Chi d'esperienza ha la memoria avvezza

sa già come la storia si concluda

se il fato con l'astuzia non si spezza.

Insomma, in questi casi molti sanno

che bisogna staccarlo con l'inganno.

 

Mentre Boldrini tira a chiorba bassa

e il gruppo dietro a lui sbuffa e si duole,

a Pisaturo idea geniale passa

di girar per il noto Campo al Sole.

"Venga con me per questa strada lassa

chi staccar anche Nozzol pensa e vuole."

Lo dice Pisaturo con bisbigli,

seguito da Chiarugi e da Scardigli.

 

Chiarugi quest'inganno ha già inventato

ma sorprende Scardigli ben disposto

a zigzagare per spezzar il fato.

Ed egli su quel muro breve e tosto

dichiara: "Mi son pure tesserato

per staccare Boldrin ad ogni costo."

Gli inferse al Bar Italia un bel distacco

ma sul suo volto mai vide lo smacco.

 

Pria che di Pagni s'abbiano responsi,

Boldrin ha già passato tutti i bivi

e con Nozzol veleggia a Poggibonsi.

Intanto si susseguono gli arrivi

al bar dove i panini sono intonsi,

depositati lì dai mesi estivi.

Ma Pagni ch'è affamato più d'un bue:

"Orsù barrista, me ne scaldi due!"

 

Un morso al panin destro somministra

lappando da un bicchier di Coca Cola,

poi simmetrico morso dà a sinistra.

Ogni morso lo inebria e lo consola,

e Caparrini al ritmo si registra

mordendo con goduria simil suola.

Scardigli attende come una riserva

ma con stupor e ammirazion li osserva.

 

"La sosta Pagni era una mera icona,"

commenta con ossequio e con lusinga

"ed or vedo sostar Pagni in persona."

Non c'è nessun che frema o che lo spinga,

l'arconte or sazio biascica e conciona:

"La pasta nel caffè convien che intinga?"

E dopo una mezz'ora senza moto

la Maltana propone anche la foto.

 

Si contan facce sorridenti o sceme,

nessun nei tre filari sulle scale

il senso del ridicol ormai teme.

È un bel quadretto d'abito sociale,

che pure senza tavolate e creme

a mo' di titolo di coda vale,

dal qual sarà nei secoli dedotto

chi fossero quei nobili diciotto.