Centotrentacinquesima puntata
14/12/2014
L'inedita
stradina di Pancole è invasa dai ciclisti. Ma stranamente Boldrini è il più
citato.
È
giusto cercar nuovi colli ed erte
ma
se si scalan sempre in santa pace
il
lettore alla fin non si diverte.
L'arte,
si sa, che al pubblico soggiace
e
fra le trame più gradite e certe
ai
ciclisti empolesi molto piace
se
la puntata è prettamente ordita
a
staccare Boldrin su una salita.
È
Pancole l'inedita prescelta
ma
Assan ci prova subito sul Gelli
sol
che Boldrin lo liquida alla svelta.
Traccheggia
Caparrin coi fraticelli
ma
l'unità del gruppo è già divelta:
Chiarugi
e Ciampalin seguono i felli
con
Tempestin vestito come Froome
sul
qual la musa tosto fa lo zoom.
"Son
stato in Kenya" dice da gradasso
"ma
staccherò Boldrini nonostante
abbia
vissuto in ozio ed all'ingrasso."
Boldrini
sembra florido e ruspante
ma
dopo un breve e forsennato passo
torna
indietro nel gruppo dominante.
La
fuga è falsa però si rincarna
poco
dopo sul collettin di Varna.
Qui
Salani si prodiga e s'impegna
e
si può pure dire che lo stacca,
anche
se un punto a suo favor non segna.
Boldrini
che lo squadra e che lo bracca
decide
infatti ch'è salita indegna
e
aspetta tutto il gruppo pien di fiacca.
Altra
salita ed occasione persa,
ma
Pancole è vicina e assai diversa.
Si
ricomincia ormai, tutto s'azzera:
quest'eran
di Boldrin solo le prove,
ora
si va sulla salita vera.
Vorrebbero
staccarlo in ventinove:
c'eran
due Nucci, Zio, pur Giunti c'era,
ignoti
giunti qui da chissà dove,
c'erano
Menichetti e Pisaturo,
e
il gioco a questo punto si fa duro.
Il
fatal bivio è un collo di bottiglia
che
imboccare vorrebbe ognun per primo.
Boldrini
nella folla un po' s'impiglia:
"Di
sorpassarli tutti allora stimo."
Pensa
il prode transgenico e bisbiglia,
ma
viscida è la strada come limo.
E
Salani che ha perso la borraccia
ora
è costretto ad affannosa caccia.
"Chi
sono or dunque quei due neri in testa?"
Boldrin
chiede a Chiarugi che l'affianca.
"Non
sono Pisaturo, Zio o Tempesta.
Uno
é Giunti che pencola ed arranca
e
che presto farà una fine mesta,
quell'altro
che parrebbe farla franca
è
Ciampalin che indomito barcolla
in
un interessante tiremmolla."
Infatti
il Pancole s'impenna e scende
e
chi tenta d'esploder quando sale
purtroppo
poco dopo si riprende.
Del
discesismo Ciampalin s'avvale
e
solo nel finale egli s'arrende
quando
gli cade lo specchiato occhiale.
"O
Boldrin" (è Chiarugi) "allor t'impetro
di
staccarti per finta almen d'un metro."
Boldrin
che pur ha qualche lato umano,
secondo
non vuol star nemmen per scherzo
dentro
le mura di San Gimignano.
Figuriamoci,
quando vede il terzo
e
il quarto alle sue spalle, se va piano!
La
chiorba abbassa, impugna ben lo sterzo
e
chiude la question di questa storia
con
la volata in una rotatoria.
"Son
peggio della carta moschicida."
È
l'unica opinione che può trarre
Boldrin
dall'andamento della sfida.
Tutti
intorno lo fanno pur distrarre
e
mentre con ciascuno si confida
s'accorgono
d'aver sbagliato barre:
Caparrin
ch'era al centro delle attese
da
tempo è al polo opposto del paese.
Qui
pasteggia con donne, anziani e lenti:
Mancin
è degno di cotanta mensa
mentre
la Galli affonda trenta denti
in
barretta più dell'uranio densa.
Ambedue
son sudati ma contenti
e
manducando in strada nessun pensa
quanto
sia ingiusto il fato che li aspetta
sotto
le ruote della bicicletta.
L'avo
Mancin che andò tutta la tappa
al
passo di massaia con la spesa,
dopo
un caffè corretto con la grappa
vuole
attaccar Boldrin nella discesa
e
nelle curve infatti vira e scappa,
scivolando
così per sua sorpresa
fra
ruota d'automobile ed un fosso
senza
romper però nemmen un osso.
La
Galli invece s'era preservata
dalla
salita e da barretta dura
e
stava come l'uom che pensa e guata
quando
s'accorse della foratura.
A
Boldrini sarà per sempre grata,
a
lui che con perizia e man sicura
e
con movenze d'abile dottore
le
riparò la ruota posteriore.
Fu
un peccato che dopo una decina
di
metri tale ruota si riruppe,
fuggito
ormai il dottor a chiorba china.
Disperse
in più gruppuscoli le truppe,
non
si sa se la giovin eroina,
quand'anche
la puntata s'interruppe,
a
casa ritornò con propri mezzi
o
con complicità di un carro attrezzi.