Centottesima
puntata 24/06/2012
Insormontabili
problemi di classificazione nella Classica della Casetta Pulledrari.
Sanno
i ciclisti ormai del circondario
che
per aver imperitura fama
non
ci voglion fatiche da sudario,
basta
partecipar ad una trama
di
Classica del social calendario
e
sarà soddisfatta la lor brama:
nell'Annuario
il nome sarà scritto
pur
di colui che scorcerà il tragitto.
È
diventata Classica da un anno
la
via che sale impervia da Maresca
piena
di buche e relativo affanno.
Casetta
Pulledrari ha l'aria fresca
e
i ciclisti empolesi già lo sanno,
ma
quel che smuove folle e brama innesca
è
saper che pur senza quella meta
menzione
ci sarà per ogni atleta.
Così
i partecipanti noti e letti
Caparrin
segna tosto sul registro,
come
Rinaldi, Nucci, poi Cocchetti
e
Chiarugi invisibile ministro.
Sol
uno par escluso dagli eletti,
molto
gaio d'un riso un po' sinistro,
e
siccome nessuno sa chi sia
egli
premette: "Salvator Cilia:
non
vengo ad immolarmi sugli altari
ma
al vostro Tour di Francia mi prenoto."
Dice
ridendo senza due molari.
Altro
atleta sinistro ma devoto
è
Boldrin che promette botti e spari,
poi
c'è Cordero il quale, come è noto,
sul
Pulledrari visse beffe e doglie
tanto
che per tornar chiamò la moglie.
Insomma
Caparrin supremo duca
ne
conta almeno dodici e poi parte
tenendo
fiero il guardo e alta la nuca,
sapendo
che dovrà integrar le carte
con
qualcun che in itinere s'imbuca.
Lui
nel classificar ha stile ed arte,
ma
quando vede d'imbucati un'orda
d'ogni
regola e stil tosto si scorda.
Infatti
alle cantine di Leonardo
saltan
fuori quaranta eterodossi
che
infiltrano il ploton senza riguardo.
Son
gialli, neri, bianchi, verdi e rossi
e
mirano ad un unico traguardo
per
il qual con furore si son mossi:
comparire
sulla social rivista
nell'esclusiva
degli atleti lista.
Mentre
che Caparrini pensa a come
eluder
questa statutaria legge
giacché
di lor non sa nemmeno un nome,
a
Lamporecchio spuntano nel gregge
una
donzella dalle nere chiome
e
un baldo cavalier che la protegge:
è
la Maltana col minor dei Nucci
dai
qual la musa aspetta degni crucci.
Sopravvissero
a Stelvio ed a Bernina
ma
qui dopo l'Avaglio e la Casetta
la
strada a San Baronto infin s'inchina
quando
col taglierin l'aria s'affetta.
La
musa lieta dell'altrui rovina
non
sol tal coppia a questo varco aspetta,
anche
su Caparrin sarà avvoltoio
quando
verrà il rovente Torgitoio.
Sia
dato intanto un debito ragguaglio
sopra
l'immane gruppo che s'attizza
nella
frescura ripida d'Avaglio.
I
molti riduttori sono in lizza
con
Boldrini che non emette raglio
e
Zio che da asocial si mimetizza.
Poi
l'orda fugge per la via più corta
e
i probi restan a Femminamorta,
luogo
che può sembrar triste presagio
per
Bertelli e la piccola Maltana
che
unite salgon a suonar l'adagio.
Caparrini
che in coda si rintana
ode
in salita un ritmico disagio,
dalla
ruota una rumorosa grana.
"Forse
tua mole tollerar non puote."
Cocchetti
a lui. "Scambiamoci le ruote!"
La
musa adocchia allor più d'una coppia:
le
femmine, i fratelli e gli scambisti.
"Di
questi" pensa "qualcheduno scoppia."
Senza
dimenticar altri ciclisti:
Cordero
che la botta non raddoppia,
Cilia
che sale al passo dei turisti
e
Muritan con ricco tubolare,
però
se fora non lo sa cambiare.
Quell'erta
ombrosa e molto frastagliata
non
offre poi il gran pathos che s'attende.
Nessun
ciclista o ruota infatti sfiata,
la
sua gracchiante Caparrin riprende.
Maltana
da Bertelli pungolata
dalla
minuta bici giammai scende
e
quando par d'averla fatta liscia
un
can sornione sul pedal le piscia.
Dopo
mezz'ora d'ozio e di panini
dalla
Casetta scendon sorridenti.
Però,
come ammonisce Caparrini,
"Il
Torgitoio vi darà lamenti."
Maltana
e il minor Nucci son vicini
e
al monito non sembran molto attenti,
infatti
quando il sole cuoce e vessa
montan
su un'auto a bella posta messa.
Invan
la musa grida lor: "Non vale!"
Invano
Caparrini li minaccia
di
vil riduzionismo sul giornale:
la
cristiana pietà, piaccia o non piaccia,
sulla
sete di botta ora prevale.
E
quando il duca avrà la mente ghiaccia
potrà
classificare senza errori
pure
gli altri quaranta riduttori.