Centosettesima puntata 06/05/2012

Dove il potere della meteorologia moderna trasforma una granfondo in un giro senza fondo.

 

Ai tempi di Bernacca e Caroselli

la decision d'andare in bicicletta

soggiaceva a criteri molto snelli:

il cielo si scrutava in tutta fretta

e la strada visibil dai cancelli,

poi si partiva s'era asciutta e netta,

e si partiva senza troppa fiacca

sperando nell'errore di Bernacca.

 

Il meteo d'oggi naviga sui siti,

lo si consulta coi telefonini,

ed ha responsi secchi e garantiti,

non più vaghi e globali vaticini

ma bollettini certi e definiti,

cosicché può affermare Caparrini:

"Alle dieci e tre quarti sopra Pescia

un lungo temporale si rovescia."

 

E lo affermava già da un giorno prima.

"Trebbio e Pizzorne sono un giro lungo

che la mitezza vogliono del clima.

Perciò sofferta decision ingiungo:

giacché la pioggia è scritta in ogni stima

la Classica lucchese adesso espungo,

di Trebbio e di Pariana con Pizzorne

le pagine saranno disadorne."

 

L'asfalto asciutto con le nubi fitte

desister non lo fecero dal bando.

"Ma" precisò "le bici non son sfitte,

oggi pedaleremo come quando

ancor non c'erano tabelle scritte

e s'andava per colli improvvisando.

Partiamo dunque senza tanta flemma

perché sarà ogni bivio un bel dilemma."

 

Lo disse a un gruppo di natura mesta

composto da Bertelli, Pelagotti,

Rinaldi, Bagnolin, Giunti e Tempesta.

Anche Chiarugi arriva e non fa motti,

e in effetti c'è poco da far festa

con intenti e programmi così ghiotti.

Così si parte senza saper dove,

pronti a tornar indietro appena piove.

 

E Caparrin ancor: "Chi é giunto, è giunto.

Partiamo dunque e chi non c'è si nega."

Stavolta parton proprio all'otto in punto.

Vanno a casa di Nucci e lui s'aggrega,

li rincorre Salani assai compunto

e si forma così degna congrega

che s'adegua all'unisono richiamo

ripetuto ogni bivio: "Dove andiamo?"

 

"Andiam dove ora piove, così smette."

Dice Rinaldi. "No, là rasserena."

Dice Chiarugi. Ed altro gli altri sette.

Ogni rotonda è un'indicibil pena,

al brado stato son le biciclette

ma arriva Nucci con colpo di scena.

"Rechiamoci" proclama "ov'io mi reco.

Io so un percorso, orsù, venite meco!"

 

Nucci guidò così quel reggimento

destinato altrimenti allo sbaraglio

e fu seguito ormai per sfinimento.

Pur Caparrini presagì lo sbaglio

ma preferì lasciarsi andar al vento

che patir quel decisional incaglio.

Poi vide Nucci andar per Via Landeschi

e pensò (non sol lui) "Qui si sta freschi."

 

"La so la strada, popol malfidato!"

Disse Nucci a chi dietro gli fischiava.

"Essa ci porta dritti a San Miniato."

Ma quando vider che là non portava

e ripida saliva con selciato

di qualcun generando già la bava,

chiese Tempesta a una donnina grassa:

"Per andar dove andiam donde si passa?"

 

A San Miniato giunsero lo stesso

naturalmente rassegnati e fiacchi,

e Nucci fiero ormai del suo successo

propose allor: "Si va a Collebrunacchi

il loco noto per il pollo lesso,

venite meco e che nessun si stacchi!"

Ritardatario e trafelato Zio

arrivò d'improvviso e disse: "Anch'io."

 

Voglia di pedalar che scuote e adesca

mentre il sole nel ciel non si diserra

guidò i ciclisti in un bel giro pesca

che un'altra volta li portò a La Serra,

con l'aggravante che la soldatesca,

già stufa di vagar di terra in terra,

quando la pioggia il primo colpo inferse

in un battibaleno si disperse.

 

Nucci fu il primo che tagliò la corda

e Bagnolin, Bertelli con Carlone

pensaron senza indugi: "Si concorda."

Chiarugi prese in man la situazione.

"Chi vuol fama mi segua e non demorda

per un banale e modico acquazzone.

Chi voleva scansar l'acqua stamani

aveva letti comodi e divani."

 

E come premio d'estro e di coraggio

conviene che il ciclista non si bagni,

infatti l'acqua fu di breve assaggio.

E ci fu chi intravide altri guadagni,

che Caparrini in questo sei di maggio

cassasse per oblio la sosta Pagni.

Soltanto in una storica puntata

su centosei la sosta fu cassata.

 

Però a Coiano dopo ben due ore,

quando all'arrivo mancan cinque miglia,

Caparrin ridestato dal torpore

con entusiasmo e autorità consiglia:

"Dopo tutto quest'ostico sudore

un bel caffè nel bar ora si piglia."

Il giro pesca dopo tanto impegno

ebbe così l'epilogo più degno.