Centoseiesima puntata 29/04/2012
Il fascino dell'ignoto attira le masse al Castello di Cireglio.
Ci sono corsi e poi ci son ricorsi,
nella storia dell'uomo nulla è vano,
ritornano i ciclisti ed i percorsi.
Ritornan Zio, Martini, Muritano,
Ramerini e Ulivieri, ormai trascorsi
anni oppur mesi d'ozio e di divano,
ma si riesuman pure le salite
che nell'oblio parevan seppellite.
Una di queste, degna di risveglio,
è una strada che in fama non eccelle
e che porta al Castello di Cireglio.
"Si scalò con le bici meno belle"
ricorda Caparrini il grande veglio
"quand'era ancor ciclista Bagnol Elle.
Con Chiarugi e con Nucci allor criniti
d'Empolitour s'udivano i vagiti.
Ora che tanti siam da non contarsi
riviver voglio tempi più lontani
quando eravamo in tutti i sensi scarsi.
Rinaldi, Tempestin, Nonni, Salani,
Bertelli e Pelagotti son comparsi:
ciclisti forti con ciclisti inani.
Chi vuol staccar Boldrini si consoli.
Ecco pur Giunti con Effe Bagnoli."
In gruppo aleggia un trepido mistero,
non sul marsupio che Ulivieri ha smesso,
né sul suo inseparabile scudiero.
Più d'un ciclista appare assai perplesso
sulla durezza di cotal sentiero
che cogitar fa Caparrini stesso:
"Non ricordo davvero questo passo,
eppure lo scalai quand'ero grasso."
Chiarugi lo ricorda eppure tace
a chi gli chiede la pendenza media
mentre s'affronta San Baronto in pace.
Boldrini infatti rumina e si tedia
in testa al gruppo placido e loquace
che all'incertezza col brusio rimedia.
Boldrin deve frenar le grosse cosce
ché il bivio di Cireglio non conosce.
E grazie alla geografica incertezza,
persi Bertelli e Nonni per ritiro,
pedalan con forzata compattezza.
Nessun pensa alla botta in questo giro
ma la musa che questo gesto apprezza
Bagnoli ed Ulivier segna col biro.
Se il Cireglio facesse qualche sconto
tornerà l'implacabil San Baronto.
Il giro che riscuote gran fortuna
invero non è giro che circonda
ma in senso stretto un ago con la cruna.
Dopo Pistoia ha inizio l'erta ronda
ove la folla freme e si raduna,
e qui nessun convien che si nasconda.
Boldrin sarebbe pronto a far sfracelli
ma ancora non si fida dei cartelli.
"Per Cireglio va ben di qui, quell'omo?"
Domanda a un villico che gli annuisce.
Pedala quatto quatto e tomo tomo,
forse un sentor di vacuità patisce
perché già dopo un miglio sembra domo
quando ancor le pendenze sono lisce.
Se ne vanno così Salani e Nucci
con Tempestin senza apparenti crucci.
Boldrin sembra chiamato dal desio,
forse vuol dimostrar che non s'allena
ma intanto attira Pelagotti e Zio
che con Chiarugi scorgon la sua pena.
La pendenza prosegue senza brio
e i lenti godon d'inattesa lena,
ma poco prima che qualcun s'illuda
si scopre la natura vera e cruda.
Quando devia la strada per Campiglio
il resto del mancato dislivello
è concentrato in rampe di gran piglio.
Adesso è una sentenza senza appello
che mette molti atleti in gran periglio:
per gli ultimi ogni metro è già un flagello
e per i primi intenti nella sfida
la fatica si fa parecchio infida.
Boldrini che pareva ormai fra i cotti
or ritrova un transgenico barlume
per staccar Zio col bolso Pelagotti,
e secernendo molte bave e schiume
spera davanti che qualcuno sbotti
per ingoiarlo come vil legume.
Accortosi Chiarugi del suo fiato
prende il vigore del cinghial braccato,
e dimenando gambe, braccia e testa
raggiunge pria Salani che gattona
e i duellanti infin Nucci e Tempesta.
Così senza parole allor li sprona
a dare pedalata vieppiù lesta
perché Boldrini sbuffa e li tallona.
Ma quando la battaglia entra nel vivo
un cartello sancisce già l'arrivo:
"di Cireglio Castel luogo natale
di Policarpo l'inclito Petrocchi"
(di cui a nessun serenamente cale).
Gli ultimi arrivan strabuzzando gli occhi
al passo di chi sale molte scale
ma tutti fieri di non esser brocchi
e di aver vinto personale guerra
contro la tentazion del piede a terra.
Per suggellare questo lieto fine
la pioggia rallegrò tutto il ritorno,
molti fuggiron con al cul le spine,
il gruppo restò spoglio e disadorno,
sul San Baronto non scoppiaron mine,
e sol uno subì leggero scorno:
per far rima col danno e con le beffe
scivolò sull'asfalto Bagnol Effe.