Centotreesima puntata 08/01/2012
Dove
i destini dei ciclisti sono appesi al filo d'un cardiofrequenzimetro.
"Un
desiderio facile or avvero."
È
Caparrin che ad alta voce pensa.
"Pedalar
di gennaio sotto zero,
quando
il fiato nell'aere si condensa.
E
il clima par che piaccia anche a Cordero,
che
riconosco dalla coscia intensa,
e
a un asociale con la scritta Hopplà
del
qual ignoro pur l'identità.
Non
c'è comunque da meravigliarsi
se
gente strana o ignota oggi s'invita,
ché
i bollettini si son tosto sparsi
e
tutti vengon come bimbi in gita,
ciclisti
che non son nemmeno scarsi
per
staccare Boldrin sulla salita.
Oggi
una lunga fila si prenota
per
staccar il transgenico sul Ruota.
Ecco
Chiarugi con i guanti d'orsa
ed
ecco l'egro Nucci col farsetto,
ecco
Salani con l'enorme borsa,
ecco
Cocchetti: meglio non aspetto.
Per
staccare Boldrin vengon di corsa.
Io
non lo staccherò, ve lo prometto."
E
lo promette pur Rinaldi Carlo
anche
se in cuore suo vorrebbe farlo.
Nella
scorsa puntata anche i normali
l'hanno
staccato, e pure Giunti ambisce,
e
pure Ramerini senza occhiali.
Che
l'occasion sia ghiotta si capisce
quando,
guarito in fretta dai suoi mali,
si
vede Zio che subito esordisce:
"Nei
femori ora porto più d'un chiodo
ma
se stacco Boldrin parecchio godo."
Il
gruppo è folto e per la via s'ingrossa,
forse
perché Boldrin par remissivo,
di
fauna occasionale eterodossa.
Ad
Orentan, lontano dall'arrivo,
Giunti
tenta di dar la prima scossa
con
uno scatto blando e fuggitivo
che
Boldrin senza battito di ciglia
guarda
con gran sussiego e poi ripiglia.
Le
cosce forse sente forti e pronte
giacché
d'un tratto sosta e non si turba
ad
orinar bel bello sopra un ponte.
Degli
avversar la rumorosa turba
vorrebbe
rallentar prima del monte
ma
Chiarugi propone mossa furba,
forse
un'azion poco cavalleresca
che
la miccia nel gruppo però innesca.
"Via,
tutti a Ruota pria che se n'accorga!"
Chiarugi
lancia il grido di battaglia
e
il cuore di veemenza allor s'ingorga.
Ma
Boldrini che i calcoli non sbaglia
e
non è un che l'altra guancia porga,
la
fuga in poche pedalate taglia,
e
vede in testa una predace coppia
da
sorpassar a velocità doppia.
Chiarugi
e Nucci han già perso il desio
di
staccare Boldrini con la frode,
così
pure Salan, Cordero e Zio.
Ma
su una rampa che le gambe rode,
quando
sfogar potrebbe il Superio,
egli
si pianta come quei ch'esplode,
pronunciando
qualcosa sotto voce
rivolto
alla Madonna o a Cristo in croce.
"Ha
rotto il cambio, un raggio o le mutande?"
Chiarugi
e Nucci guardano interdetti
e
poi lo staccan senza far domande.
La
bici sua non sembra aver difetti
ma
lui va al passo di chi coglie ghiande
tanto
che lo sorpassa pur Cocchetti
ed
ode fra le spire dei tornanti
commenti
di Boldrin rivolti ai santi.
Per
inciso, l'oggetto religioso
al
duca Caparrin anche interessa
insieme
al suo codazzo neghittoso.
Troppa
lentezza invero non è ammessa
e
giunger deve al bar unico e annoso
pria
dei fedeli ch'escon dalla messa,
ché
le lor bocche molte seppur caste
rischian
di consumar tutte le paste.
Al
bar di Ruota, lì da novant'anni,
tutti
aspettano che Boldrin dichiari
l'inspiegabil
cagion dei propri affanni.
Gli
chiedon molti a lui vicini e cari:
"Dicci,
dicci Boldrin perché t'appanni?"
E
lui risponde lor con toni amari:
"Troppi
battiti in cuor, me derelitto,
il
cardiofrequenzimetro m'ha scritto!"
Chiarugi
a lui: "Boldrin segui l'istinto,
agli
strumenti non dar troppo retta."
Ma
del conforto lui non è convinto.
Invece
Caparrin non ha più fretta
da
quando il premio del cornetto ha vinto,
e
biascicando sol Carlone aspetta,
ultimo
pria del suon delle campane
che
pur conquista il razionato pane.
Boldrini
non è ancora persuaso
e
al ritorno consulta ogni dottore
per
illustrar il suo curioso caso.
Svolazza
nel ploton di fiore in fiore,
di
clinici dettagli è uno stravaso.
A
tutti il cuor transgenico sta a cuore
ma
quando l'occasione si propone
passano
volentieri il testimone.
Caparrin
dopo la salita dura
ad
inseguire l'agognato pasto
or
per Boldrin deve trovar la cura.
D'interessante
solo lui è rimasto
alla
musa che spera con premura
che
il cardiofrequenzimetro sia guasto.
"Boldrin,
mi raccomando, niente scherzi:
viver
si può pure secondi o terzi."