Centoduesima puntata 26/12/2011

È arrivato il Natale e tutti sono più buoni. A staccare Boldrini.

 

L'Empolitour non cambia le sue trame

nemmeno nei periodi natalizi

quando di pedalar c'è molta fame.

In gruppo cerca sempre nuovi indizi

la musa di cui note son le brame

non di virtù ma di difetti e vizi.

Ma a parte il noto duo Lisi - Maltinti

molti son i vittor e pochi i vinti.

 

"O ciclisti, affiliamo orsù i coltelli,"

inizia il baldanzoso Tempestini

"invece d'esser placidi fratelli,

invece d'esser blandi cherubini.

La bontà del Natale si cancelli

per attaccar l'indomito Boldrini.

Ho scritto lettera a Gesù bambino

per staccare Boldrin sull'Ugolino."

 

"È un'intenzione che parecchio vale."

Ammonisce Chiarugi e puntualizza.

"Ma l'Ugolin è Poggio che non sale.

Chi vuole star nell'ambiziosa lizza

da pianura deve esser animale

altrimenti Boldrin lo martirizza."

"Io m'offro!" Dice allora Pelagotti

scegliendo il suo destin senz'altri motti.

 

"Il transgenico bene m'ammaestra."

L'ispanico Cordero ribadisce.

Di ciclismo per me è una gran palestra."

Al coro pure Marconcin s'unisce,

comparso nel plotone alla Ginestra

all'improvviso con pigiama a strisce

e calzamaglia in dignitoso incastro

con qualche spira d'adesivo nastro.

 

E Ramerin non è di men deriso

risplendendo nell'aere in color giallo

come lo zafferan sul cotto riso.

"Non son vestito" dice "per il ballo

e da Boldrin sarei percosso e inviso

se in salita facessi troppo il gallo.

Di condizione fisica assai pecco

ed è già tanto se la strada azzecco."

 

Ambirebbero a fare certamente

anche Giunti e Rinaldi senza tema

ciò che forma e saggezza non consente.

Fra loro sorge allora un bel problema

affiancando un incognito torrente.

"Qual fiume passa qui da Ponte a Ema?"

Per Rinaldi che vive a Ponte a Elsa

la domanda ci par davvero eccelsa.

 

E quando poscia varcan altro ponte

sul Niccheri ridotto a vile fosso,

annunzia Caparrin supremo conte:

"Dell'Ugolino ormai siam a ridosso,

le moltipliche, orsù, tenete pronte

come se il poggio fosse un lungo dosso."

E rispettoso allora del programma

parte in testa Boldrin a tutta fiamma.

 

Il gruppo inseguitor sbuffa e mugugna,

e godono soltanto quelli scarsi

che l'obbligo non hanno della pugna.

Tempestini che ambiva alla catarsi.

il manubrio con gran vigor impugna

ed è uno dei più rapidi a staccarsi.

Van Pelagotti, Marconcin, Cordero

e Chiarugi a inseguire il masnadiero,

 

e per poco l'atipico drappello,

succhiando ruota e con astuti scatti,

non trascina Boldrini nel tranello.

Ha più vite il transgenico dei gatti

e a Strada in Chianti col suo ghigno fello

precede i contendenti insoddisfatti.

Ma con la sosta al bar tutto s'azzera

ed or comincia la puntata vera.

 

Caparrin dice allor: "Fate attenzione

a Ramerini ché non sbagli strada

ora nella discesa di Ferrone.

Ha un colore che ben si tiene a bada,

e li c'è scritto grosso deviazione:

difficil è che nell'errore cada."

Tutti badan l'omino giallo-verde

e di rimando Tempestin si perde.

 

Le ricerche perduran senza posa

ma alfin il presidente si rassegna:

"Sarà entrato al casello di Certosa."

Ricorda i suoi trascorsi e non s'ingegna.

"Poi prenderà la FI-PI-LI spaziosa

e casa tornerà ad un'ora degna."

Così i superstiti secondo i piani

affrontan la salita dei Falciani.

 

Qui non sembran mutate le vicende:

Boldrini gigioneggia e fa il gradasso,

e sol Cordero guarda e non s'arrende

osando addirittura anche un sorpasso.

Tutti pensan: "Boldrin or lo riprende."

Invece il predator non muove passo

e si lascia sfuggir voce di pena:

"Ohimé, mi s'è smagliata la catena."

 

Pedala piano e spera in una tregua

ma la vendetta giunge senza indugi:

accelera Cordero e si dilegua,

lo attaccan Pelagotti e poi Chiarugi,

e Marconcin avvien che loro insegua.

"Mi staccate con vili sotterfugi!"

Grida Boldrin. Ma tutti quanti sanno

che è bello anche staccarlo con l'inganno.

 

Esser vorrebbe drastico e reattivo

ma la trista catena non l'aiuta

e rimane così di forza privo.

La beffa ancor però non è compiuta:

Tempestin trafelato e redivivo,

chissà come di nuovo in via perduta,

visto Boldrin che sul cambio smanacca

lo affianca, lo saluta e poi lo stacca.